venerdì 21 giugno 2013

LA REPLICA – Ecco come il Matador risponde alle critiche e agli striscioni


 Nulla è per sempre: nè un contratto (con clausola rescissoria), né un amore (calcistico). Ma un indizio resta semplicemente un indizio e due striscioni non rappresentano la prova che sia (ormai) tutto finito. Le love story vivono (anche) momenti travagliati, un’incomunicabilità fondata sugli equivoci e appannamenti che esistono: e in questa liaison raffreddatasi d’incanto, tutto per colpa di 63 milioni di motivazioni, ciò che resta è una commedia degli equivoci. Lontano dagli occhi: per “gelare” il cuore, c’è un etere affollato e la voce di mammà, quella di papà, di fratelli e consanguinei, in un concerto che ha alimentato il caos e un po’ ha contribuito a dilatare le distanze e a scatenare l’ira degli innamorati espressa attraverso un messaggio velenoso: “Cavani dacci retta: facci esultare, vattene in fretta”.
L’IRA – Il giorno e la notte: succede praticamente in contemporanea, sull’asse Rio de Janeiro-Napoli, tra fusi orari che non semplificano la comunicazione, traduzioni un po’ bislacche e la scelta del Matador d’essere trasparente, svelandosi nelle emozioni provate (quasi) dalla nascita: “Ogni bambino, quando comincia a giocare, sogna il Real Madrid” . Il tifo non concede vie di fughe passionali, men che meno la bigamia, e mentre in Italia s’allungano le prime ombre, in Brasile c’è ancora l’eco d’una ammissione sincera ritenuta però strategica per indirizzarsi verso la casa blanca: in corso Novara prima e in piazza Municipio dopo, c’è percezione di “tradimento” imminente: “Cavani vattene”.
IO QUI SONO FELICE – Ma poi mentre da una parte ci si lascia andare al sonno (e ci si contorce eventualmente negli incubi dell’addio del proprio principe azzurro), oltre Oceano ci sono conferenze stampa che spingono a chiarire, a ristabilire la solidità d’un rapporto cementato da un triennio a suon di centoquattro gol e due qualificazioni Champions e una coppa Italia vinta: “Si parla tanto di me e del mio futuro, ma nessuno sa cosa mi riserverà il destino, perché non ho avuto modo di dialogare con alcun club. Io a Napoli sto bene e sono molto contento. Napoli ha risolto ogni mio tipo di problema, hanno avuto fiducia in me e credo che ciò ha contribuito a mettermi in condizione di rendere bene”.
VOGLIA REAL – Poi i graffi (eventualmente) scompariranno: e però al cospetto di una realtà indiscutibile, con la clausola da sessantatrè milioni di euro che un bel giorno potrebbe “costringere” a scegliere, a decidere, ad indirizzarsi, la manifesta propensione d’un Cavani intellettualmente onesto è racchiusa nel confessarsi nei propri sentimenti (calcistici), nell’evitare i dribbling affettati con le frasi di circostanza e nell’ammettere che sì “giocare nel Real Madrid o in altri top club del calcio mondiale sarebbe come trasformare un sogno in realtà. Ma adesso è impossibile sbilanciarsi e se un giorno dovessi decidere, proprenderei per una società che mi faccia avvertire la propria fiducia. Perchè io a Napoli sto bene e non c’è alcunchè di ufficiale”. Soltanto crepe che si possono cogliere di qua e di là: le conseguenze di un amore a rischio.
Fonte: Corriere dello Sport

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