mercoledì 29 maggio 2013

Il primo italiano a «passeggiare» nello Spazio

L’astronauta Luca Parmitano è arrivato sulla Stazione spaziale internazionale. Con lui un’americana e un russo. A luglio l'uscita dalla navicella

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È partita ieri sera dal cosmodromo di Baikonur la missione di Luca Parmitano, a bordo della Soyuz che nella notte raggiungerà la Stazione spaziale internazionale (Iss). La presenza dell’astronauta sulla navicella è legata alla missione Volare, che segna il ritorno di un astronauta italiano sulla Iss. Si tratta di una missione a lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana, con cui Parmitano sarà in orbita per 178 giorni.

Il 36enne è il primo della nuova generazione degli astronauti dell’Esa a venire assegnato a una missione sulla Iss. Durante la sua permanenza in orbita, assieme ad una astronauta americana e a un russo, avrà il compito di promuovere il futuro dell’esplorazione spaziale dell’Europa. L’opportunità di volo che coinvolge Parmitano, spiega l’Agenzia Spaziale Italiana, nasce da un Memorandum bilaterale diretto Nasa/Asi, in base al quale quest’ultima ha fornito all’ente spaziale Usa tre moduli pressurizzati abitativi (Mplm - Multi Purpose Pressurized Module) e il Pmm (Permanent Multi Purpose Module) per la Stazione. Durante la missione, Parmitano sarà impegnato in più di 20 esperimenti scientifici per Esa e Asi, molti dei quali basati sul know how italiano.
Parmitano sarà il primo astronauta italiano protagonista di due passeggiate spaziali che si terranno a luglio, quando il 36enne uscirà con l’astronauta americano Chris Cassidy. Durante la sua permanenza in orbita, l’italiano sarà al contempo uno scienziato e un manutentore della Stazione. Durante le due «passeggiate» si occuperà di lavori di manutenzione sulle «mura» esterne della Iss, sposterà e collocherà strumentazioni scientifiche poste fuori dalla Stazione, e realizzerà attività preparatorie per l'arrivo nel prossimo anno del modulo russo Mlm. Ma Parmitano sarà anche il primo astronauta tricolore ad arrivare sulla Iss con un viaggio così breve, in un tempo record. Quella di oggi è infatti la seconda missione a bordo di una Soyuz ad impiegare sei ore, anziché due giorni, per arrivare a destinazione.

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