venerdì 31 maggio 2013

Un pentito accusa: "Lavezzi era spesso a Miano per le partite di Lo Russo. Ecco dove lo accoglievano"

Sostiene il collaboratore di giustizia Emanuele Ferrara che Antonio Lo Russo, latitante da tre anni, figlio dell'ex boss oggi pentito Salvatore, è...


Sostiene il collaboratore di giustizia Emanuele Ferrara che Antonio Lo Russo, latitante da tre anni, figlio dell’ex boss oggi pentito Salvatore, è un grandissimo appassionato di calcio. E infatti fu fotografato sul terreno di gioco durante la controversa Napoli-Parma 2-3 dell’aprile 2010. Ma Ferrara aggiunge che Lo Russo junior sarebbe «proprietario di una squadra, il Miano calcio. E Lavezzi è anche venuto a vedere delle partite di Antonio Lo Russo». Un capotifoso avrebbe accompagnato l’allora attaccante del Napoli, oggi al Paris Saint Germain, «da Antonio Lo Russo al rione Janfolla, in un’abitazione che era un nostro luogo di incontro ». Lo Russo sarebbe talmente appassionato di calcio da considerare «la squadra del Napoli come un fratello, come il padre. Escludo quindi, come pure ho sentito dire, che possa in qualche modo avere avuto interesse ad alterare partite di calcio». Oltre ad essere proprietario del Miano, Lo Russo junior avrebbe anche giocato nella squadra «nel ruolo di attaccante. Fino a poco prima di diventare latitante ha giocato utilizzando il suo nome», afferma Ferrara. Il pentito ricorda che, verso la fine del 2008, durante una gara del Miano, «c’era un signore della squadra ospite che aveva ripreso la partita con la telecamera ». Ma un affiliato al clan disse al futuro collaboratore di giustizia «di prendere il filmato perché non volevano che Antonio venisse ripreso. Antonio ha poi continuato a giocare nella squadra utilizzando un altro nome». I verbali sono stati depositati dai pm Sergio Amato ed Enrica Parascandolo agli atti del processo sul riciclaggio in alcuni locali del lungomare dove Lavezzi è già stato ascoltato come testimone e ha confermato di aver conosciuto Lo Russo junior: «Non sapevo fosse un camorrista. Per me era solo un ultrà. In Argentina è normale intrattenere rapporti con i tifosi». I pm hanno depositato anche i verbali di un altro pentito, Armando De Rosa, che ha riferito nuovi particolari sul tour a Scampia di Mario Balotelli. «Ricordo — si legge — che Balotelli, dopo aver assistito ad alcune cessioni (di droga n.d.r.), per scherzare chiese anche di poter spacciare lui alcune dosi. Così fu lui a consegnarle a un cliente che passava. Chiedemmo a quel tossico se avesse riconosciuto Balotelli ma lui neanche ci credette». L’attaccante si sarebbe anche fatto fotografare con tre malavitosi, «Lelluccio Bastone, Angioletto Pagano e Raffaele Amato junior, in quanto sono tutti e tre interisti». Il pentito colloca l’episodio nel 2009. In realtà il calciatore andò a Scampia nel giugno 2010. Ai pm, Balotelli aveva spiegato di aver appreso solo successivamente, e dai giornali, «di essere stato accompagnato da persone non buone». Le nuove indiscrezioni hanno mandato Supermario su tutte le furie. «Vergognatevi», ha twittato, prima di scendere in campo a Bologna, tra gli applausi, per l’allenamento della Nazionale.
Fonte : di Dario Del Porto per La Repubblica

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